“Il cardellino” è un libro meraviglioso ma è anche un film piuttosto debole.
Non riesco ancora a capire il perché. O meglio, è solo una frase di circostanza perché i motivi dietro al flop dell’adattamento cinematografico di John Crowley mi sono piuttosto chiari. Una serie di fragilità che non lo rendono inguardabile, come sostiene parte della critica mondiale, ma di sicuro non lo trasformano nel capolavoro che ci saremmo meritati.
Il cardellino: il libro di Donna Tartt
“Il cardellino” non è un libro per tutti. Innanzitutto ha una mole considerevole: parliamo di quasi novecento pagine ricche di dettagli. La Tartt ci fa sentire le emozioni di Theo descrivendoci accuratamente i vari contesti in cui si ritrova: dal museo pre e post esplosione e l’interminabile viaggio da Las Vegas a New York alle case dei Barbour e il negozio di antiquariato di Hobie. Tutto ha una sua narrazione come i sentimenti contrastanti che prova il giovane protagonista che, pagina dopo pagina, assume sempre più le sembianze di una vera e propria Odissea.
Un viaggio ricco di personaggi straordinariamente umani pervasi da un dolore e un senso di inadeguatezza nei confronti della vita che sorprendono e conquistano come pochi libri sono in grado di fare. La scrittura di Donna Tartt è emozionante, coinvolgente, ricca di minuzie che la rendono a tutti gli effetti una delle migliori penne contemporanee. Un libro destinato a durare nell’eternità come quel meraviglioso quadro che accompagnerà Theo per tutta la sua tragica vita.
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Il cardellino: il film di John Crowley
Lo ammetto, il cinema è il motore che mi avvicina ai libri. Un po’ perché in termini prettamente cronologici nasce prima la mia passione per la settima arte che la mia recente dedizione alla lettura. E un po’ perché conoscere i volti degli attori che interpreteranno un film tratto da un libro mi aiuta a vederlo scorrere nella mia mente, come se fossi io il regista. Questo è ciò che è avvenuto con “Il cardellino” di cui ho scoperto l’esistenza grazie al trailer del film di John Crowley che, come sempre, concentra in pochi minuti tutto quello che sarebbe dovuto essere l’adattamento di Donna Tartt.
Un trionfo di emozioni che purtroppo non ritroviamo nella pellicola a causa di una sceneggiatura frettolosa che non riesce a concentrare 900 pagine in due ore e venti minuti. Una confezione esteticamente perfetta ma fin troppo asettica che, nonostante il cast d’eccezione (da Nicole Kidman ad Ansel Elgort), non riesce davvero a rubare il cuore come fanno le pagine della Tartt. La mia speranza è che un giorno questo incredibile libro trovi la sua vera dimensione in una miniserie (magari) targata HBO: cinque puntate di un’ora che riflettano su pellicola tutta la meraviglia di un romanzo immortale.