Io e Stefano Cavada ci siamo regalati una bella chiacchierata live sul mio profilo Instagram!
L’argomento è ovviamente cinema e cucina. Due parole che definiscono i nostri lavori: Stefano Cavada è uno dei food blogger, scrittori e conduttori tv più bravi e simpatici di sempre. E io sono un giornalista e un influencer cinefilo con un’innata passione per la cucina…
Dopo una lunga serie di interviste, ci siamo “incontrati” virtualmente in una puntata speciale di #LiveConCarlo dove abbiamo parlato di tutti quei film che, in qualche modo, ci fanno venire fame. Quei piccoli capolavori che, ogni volta che li vediamo, sentiamo il bisogno di aprire il frigo o di buttarci su dei sfiziosi e salatissimi popcorn.
Un’intervista che ci permette di scoprire qualcosa in più sulla straordinaria carriera di Stefano Cavada che, con grande gioia, ho scoperto essere cinefilo, cancro e gattaro come me.
Come nasce la tua passione per la cucina?
La mia passione per la cucina nasce da bambino. Ho iniziato a sette anni a cucinare con i miei genitori. Ma non avevo il pensiero di aprire un ristorante. Volevo cucinare e sperimentare nuovi piatti e nuove ricette. Una passione che ho approfondito quando ho vissuto tra Londra e Parigi dove ho aperto i miei orizzonti culinari. Dopo il liceo ho fatto dei corsi di cucina professionali e ho iniziato il mio percorso digitale condividendo le mie ricette su YouTube e su Instagram. Un social “quotidiano” ideale per raccontare il mio amore per la cucina.
Che rapporto hai con il cinema?
Vado al cinema da sempre. Ricordo ancora quando da piccolo andavo con la mia famiglia a vedere i classici Disney a Bolzano e prendevo l’Happy Meal da McDonald’s per trovare le sorprese del Gobbo di Notre Dame o di Hercules. Quando è uscito l’ultimo film di Harry Potter al cinema, mi sono preso un giorno di ferie per vederlo. Ma amo molto anche godermi i film a casa con le luci spente e i subwoofer al massimo per sentire gli effetti sonori. Spazio tra generi molto diversi, dai film d’animazione ai thriller che non lasciano nulla in sospeso.
La cucina, come il cinema, è una cultura mondiale?
Mi piace la cucina di qualsiasi parte del mondo. Quando abitavo a Londra, c’erano ristoranti di cucina asiatica davvero molto interessanti. Lì ho avuto modo di sperimentare molte ricette a casa perché trovavo tutti gli ingredienti nei supermercati. Dal lemongrass e le foglie di kefir per la pasta al curry verde a tanti altri aromi e profumi che purtroppo non si trovano qui.
Da esperto food blogger, ti capita di notare “errori in cucina” nei film?
In realtà non mi è mai capitato. Al di là dei film davvero improntati sulla cucina, molte opere sorvolano sui dettagli. Mi fa sempre sorridere però quando i protagonisti assaggiano un sugo, tecnicamente incandescente, e non si scottano. Lo stesso vale per le tazze da tè che spesso sono evidentemente vuote e un po’ troppo leggere.
Oltre al culinario “Ratatouille”, hai un film di animazione preferito?
Ho visto tutti i classici di animazione. Tra gli ultimi film, ho amato molto Frozen 2. Mentre cucino ascolto sempre Elsa che canta insieme ad Anna. I sequel non sono quasi mai all’altezza dell’originale ma con Frozen 2 si sono superati. Poi ho una passione sfrenata per Alla ricerca di Nemo. Dory è in assoluto uno dei miei personaggi preferiti grazie anche all’ottimo doppiaggio di Carla Signoris. Sono film che si capiscono di più da adulti. Ratatouille mi ha fatto conoscere un piatto semplice che in Alto Adige non si prepara spesso. Ho iniziato così a fare la ratataouile di verdure in estate. Un piatto veloce e sano perfetto come contorno. Per prepararlo, vi consiglio di tagliare le verdure della stessa dimensione e di profumarle con le erbe aromatiche e il basilico per regalargli un senso di estate.
Come il super critico di “Ratatouille”, ti capita di tornare indietro nel tempo grazie a un profumo o a un sapore?
Il profumo e il sapore possono evocare tanti ricordi, spesso legati all’infanzia. Quando mia madre preparava gli gnocchetti tirolesi conditi con panna e prosciutto o speck, spadellava gli spinaci sul fuoco sin dal pomeriggio. Quando sentivo l’aroma di spinaci in cottura, capivo che la sera avrei mangiato uno dei miei piatti preferiti.
Sei più da dolce o da salato?
A me piace tantissimo mangiare salato. Tra una fetta di torta o un pezzo di pizza, sceglierò sempre la pizza. Ma se si tratta di cucinare, preferisco di gran lunga preparare i dolci. Da adolescente, facevo tantissime frittelle e torte che portavo a scuola. Le insegnanti mi volevano bene quando portavo i biscotti a Natale.
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A proposito di dolci, che cosa pensi della Torta di Vianne di “Chocolat”?
Le torte al cioccolato sono sempre le più buone. Ci sono molti blog in rete che hanno riproposto la Torta di Vianne di Chocolat. La ricetta originale ovviamente non esiste ma l’obiettivo è realizzare una torta simile al film. Mi ricorda un po’ una Torta Sacher, forse più umida. Per renderla unica, utilizzate la buccia di arancia che si sposa bene con la parte alcolica.
La serie su Netflix “Chef’s Table” racconta il mondo dell’alta cucina. L’hai vista?
Chef’s Table è una serie focalizzata sugli chef stellati e sui loro ristoranti che ti permette di entrare nel mondo dell’alta cucina e di capire qualcosa in più sul loro stile e sui loro piatti. Non è sempre facile valorizzare quello che viene cucinato ma Chef’s Table ha una qualità fotografica davvero altissima. Del resto l’occhio vuole la sua parte anche in cucina. Per fare qualcosa veramente bene, a volte bastano poche decorazioni. Il cosiddetto less is more: meno aggiungiamo, meglio è!
Che rapporto hai con l’alta cucina?
L’alta cucina è uno stile culinario lontano dal mio. Io cerco di preparare delle delizie alla portata di tutti. La mia missione è insegnare a fare delle baguette a tutte le persone che mi seguono. Per questo affronto ricette apparentemente molto difficili passo per passo. L’alta cucina consiste spesso in un menu degustazioni caratterizzato da dieci-quattordici piatti. Quindi da un ristorante di questo tipo, non esci mai con la fame e inizi sempre con il pane con il burro e l’olio.
Nella commedia “Ricette d’amore”, Sergio Castellitto cucina un delizioso piatto di spaghetti. Qual è il segreto per prepararlo nel migliore dei modi?
Per fare un buon piatto di spaghetti, bisogna utilizzare pasta di qualità. Gli spaghetti se cuociono un attimo di più, scuociono subito. Quindi consiglio di scolarli al dente e di saltarli nella salsa di pomodoro per mantecarli. Se aggiungiamo un po’ di acqua di cottura e cuociamo gli spaghetti per due minuti nel sugo, il risultato sarà ancora più delizioso.
Oltre a Meryl Streep e Amy Adams, la commedia “Julie e Julie” ha un terzo protagonista: il boeuf bourguignon. Come lo prepara Stefano Cavada?
Il boeuf bourguignon è una ricetta che nasce per utilizzare tagli di carne meno pregiata (e quindi più dura). Non l’ho ancora provata ma quando arriverà l’autunno la sperimenterò. Il segreto è la pazienza perché ci vuole una cottura lenta. In Francia viene fatta nella cocotte per mantenere il calore. Per prepararla, potete aggiungere delle cipolline e ovviamente il vino rosso della Borgogna. Ricordate di cuocere la carne per 3-4 ore per renderla morbida e tenera.
Dopo il successo de “La mia cucina altoatesina”, hai qualche “libro” nel cassetto?
“La mia cucina altoatesina” è un progetto a cui ho lavorato l’anno scorso. Un libro che presenta 45 ricette in sei capitoli tematici: dalle ricette tradizionali e i piatti nuovi a tanti deliziosi dolci. Ma ho già un altro libro in cantiere che uscirà l’anno prossimo entro l’autunno. L’ho già strutturato e ho iniziato a lavorare alle ricette. Questa volta voglio mostrare il backstage attraverso le immagini di Valentina Solfrini, una carissima amica e collega che scatterà le fotografie.
Come stai vivendo la pandemia di coronavirus?
Il lockdown mi ha preoccupato molto all’inizio. Avevo paura dei contagi, temevo per le persone care e iniziavano a saltare gli impegni di lavoro. Ma ho cercato di non abbattermi e mi sono impegnato a condividere ancora più ricette. Ovviamente c’è stato un grande lavoro di programmazione perché fare la spesa era tanto complicato quanto fondamentale per produrre contenuti. Ho cucinato tantissimo e ho cercato di intrattenere le persone dando loro un motivo per passare del tempo in cucina cercando di aiutarle a creare nuovi ricordi. È stato un periodo molto stancante e pesante a livello psicologico: facevo cinque ricette a settimana in un ciclo di lavoro non-stop. Ma è stato stimolante perché è una cosa che amo fare.
In “Un’ottima annata” Russell Crowe perde la testa per Marion Cotillard e per le melanzane alla provenzale. Come le prepari?
È una ricetta molto semplice. Le melanzane sono di stagione in estate. Il trucco è lasciarle sotto sale per due-tre ore su uno scolapasta per farle perdere tutto il liquido. Poi vanno strizzate bene e fatte cuocere. Le melanzane alla provenzale vanno fritte o grigliate, cotte nel sugo di pomodoro e passate in forno. E il successo è assicurato!
Ho un’ultima curiosità. Ogni tanto Stefano Cavada si fa preparare la cena?
Quando mi invitano, hanno sempre tutti l’ansia da prestazione. Ma io non sono un critico. Amo mangiare tutto quello che viene preparato da amici e parenti. E poi mi piace tutto, non sono schizzinoso. E non vedo l’ora di mangiare le delizie cucinate dalla mamma. A casa mia sono tutti bravi, anche mio padre e mia sorella. Abbiamo sempre condiviso la passione per la cucina.
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Photo Credits: Stefano Cavada