Il cinecomics ormai è legge. O meglio, legge di mercato! Con incassi da miliardi di dollari, la moda di trasporre i fumetti sul grande schermo è diventata un’ossessione per le major. Nell’arco di venti anni sono diventati reali i principali eroi nati su carta, dalle super star Batman e Superman (che sono arrivati addirittura a incontrarsi, pensate un po’) e le guest star Thor, Iron Man e Hulk ai perfetti sconosciuti (almeno per me!) Vedova Nera e Occhio di Falco. Una moda che ha conquistato il mercato televisivo che, da Netflix a Fox, ha trasformato in carne e ossa Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist, Legion e tanti altri.  Ma veniamo al dunque!

Uscito dalla sala o finito il binge watching su Netflix, mi è mancato sempre qualcosa. Sono cresciuto io oppure il cinecomics è qualcosa di trito e ritrito e iper-reale? La verità sta nel mezzo! I tempi cambiano, maturiamo e cerchiamo nei film sui super-eroi qualcosa di più del semplice entertainment. Ma allora perché i cinecomics di Tim Burton, Richard Donner e Sam Raimi continuano a emozionarmi? È inutile negarlo, mi manca il Batman di Michael Keaton, il Superman di Christopher Reeve e, in tempi più recenti, lo Spiderman di Tobey Maguire. Classici che, tra effetti speciali sensazionali, villain sopra le righe e battute a effetto, ci trasportano in universi di fantasia privi di qualsiasi legame con la contemporaneità.

Perché Bruce Wayne deve diventare un reietto della società, Logan un anziano mutante e Catwoman una semplice ladra? I super eroi sono diversi da noi, non dobbiamo riconoscerci in loro ma trovare nelle loro abilità un’utopia in cui credere. Ecco perché la straordinaria bat-trilogia di Christopher Nolan non mi ha rubato il cuore! Amo il regista di Inception ma non l’esasperazione drammatica di un fumetto, l’opera che per antonomasia dovrebbe astrarci dalla realtà.

Ma il fumetto è dark…Sì e no! I Batman di Tim Burton sono cupi ma mantengono il respiro fantastico della storia originale, caratterizzata da mostri che trascendono la vita reale. E i film di Nolan sono (ovviamente) l’ultimo dei problemi! Dai blockbuster Marvel che faccio fatica a distinguere (qualcuno mi spieghi le differenze fra The Avengers, Avengers: Age of Ultron e Capitan America: Civil War) ai disastri DC privi di sceneggiatura, i cinecomics hanno perso l’identità tra battaglie monotone, mostri senza anima ed eroi poco super.

Ma cosa dici! E l’ironia di Iron Man? Simpatica ma nulla di più di un sorriso abbozzato in una marea di esplosioni e sbadigli. E la cattiveria di Joker? Ma chi, il povero clown di Jared Leto sciolto dallo script di Suicide Squad? E posso continuare all’infinito!

Non mi manca il sapore kitsch di Batman & Robin ma il respiro giocoso dei cult del genere. Cinecomics sostituiti da opere talmente vicine alla realtà da portarmi a chiedervi: ma i fumetti non nascevano per farci sognare?

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Sono sufficienti poche parole per classificare il mio lavoro, diviso tra l’attenta redazione di approfondimenti su cinema, tv e musica e interviste a grandi personalità come Robert Downey Jr., Hugh Laurie, Tom Hiddleston e tanti altri.

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