È davvero fondamentale avere un blog?
Una cara amica una volta mi ha illuminato con sei semplici parole: “L’importante è aver qualcosa da dire”. Un evergreen che dà alla professione del freelance più senso di quello che crediamo! Chi vive di questo mestiere, sa bene che l’adattamento è la carta vincente per vendere articoli alle testate giornalistiche. Se tira The Walking Dead bisogna studiare la molteplicità di articoli legati allo show AMC, dal make up dei zombi alle morti truculente dei protagonisti e così via. E The Walking Dead è l’ultimo dei problemi perché, tra gli acchiappa-click, ci sono il franchise di Cinquanta sfumature di grigio, la serie tv Braccialetti Rossi, le saghe di Twilight e Hunger Games (fortunatamente concluse) e tanto altro.
Per non parlare delle proiezioni stampa: in quasi dieci anni da freelance ho visto di tutto, da scult assoluti come La buona uscita e cartoni animati vietati ai maggiori di tre anni (Khumba, Il castello magico, Robinson Crusoe) a polpettoni di origine sconosciuta e fortunatamente dimenticata. Un supplizio che più volte mi ha spinto a chiedermi: un’opera di questo genere interessa a qualcuno? E soprattutto, come recensisco un cartone animato con un gattino che saltella a destra e sinistra per novanta minuti? Eppure, il lavoro è lavoro e ogni film assegnato è stato scritto e pubblicato. Ma veniamo al dunque e soprattutto tentiamo di rispondere alla domanda che intitola il post!
Piece of Me, tra classicismi e colpi di testa
Ci sono tantissimi blog, più o meno belli, che condividono recensioni, news, interviste e altro. Non è il mio obiettivo! Non mi interessa scrivere recensioni perché già lo faccio di mestiere! Piece of Me si distingue dai blog classici attraverso articoli che spaziano tra cinema, musica, idee e tematiche personali. Un progetto che si muove in parallelo al lavoro per Wired, GQ Italia, Movieplayer e NewsCinema di cui condividerò, nelle sezioni Cinema e Musica, gli speciali pubblicati su registi, cult e serie tv di successo.
Chi preferisce uno sguardo meno giornalistico ma più scanzonato e divertente, può fare un salto in Blog (originale, vero?) e leggere articoli su tutto quello che mi passa per la testa. E non finisce qui perché, nella sezione Gallery, troverete le foto scattate durante i Festival del cinema di Berlino, Cannes, Venezia, Roma, Torino e Giffoni. Citare tutte le star immortalate è impossibile, piuttosto fate un salto in Gallery e rifatevi gli occhi!
Blogger, Io?
Detto ciò, torniamo per l’ultima volta al quesito fondamentale. Perché un blog? Per riaccendere la passione che mi spinge a trascorrere ore e ore dietro lo schermo di un pc. Per assaporare la libertà di scrivere di tutto quello che amo veramente. Per rispondere con le rime a tutte le persone che non capiscono (e non capiranno mai!) la fatica fisica e psicologica del freelance. Per condividere con chiunque troverà il tempo e la voglia di leggermi, qualcosa in meno sul giornalista e qualcosa in più sulla persona.
Il potere della parola, come i frammenti dei film, può spingerci a migliorare le nostre vite. Non aspiro a tanto perché non mi sento lo Steven Spielberg del giornalismo ma una persona che vuole condividere il suo amore per l’arte con tutti voi. Detto ciò, citando “There’s No Place Like Home” di Dorothy del Mago di OZ, vi do il benvenuto in Piece of Me, un piccolo universo che ha l’ambizione di distinguersi!